NEI SOGNI DI
RAPHAEL GUALAZZI
di Federico Ledda
NEI SOGNI DI
RAPHAEL GUALAZZI
di Federico Ledda
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È da poco uscito Dreams, il nuovo visionario lavoro dell’artista Raphael Gualazzi. Questo lavoro, rilasciato il 6 ottobre, ci trasporta in un mondo onirico di sonorità internazionali, offrendo un’esperienza musicale straordinaria. L’album è pubblicato sotto la prestigiosa etichetta CAM Sugar, nota per le sue eccezionali colonne sonore e ora dimora delle melodie sognanti del progetto.
Il concept dell’album ruota attorno ai sogni, e con le sue composizioni, Gualazzi riesce a farci sognare a occhi aperti, creando immagini ed emozioni che si riflettono in modo intenso ed etereo. La cosa interessante di “Dreams” è che unisce una vasta gamma di influenze musicali, tra cui classica, funk africano, drum and bass, soul, jazz ed elettronica, in una miscela di suoni unica. Questo album è un vero e proprio viaggio musicale, con collaborazioni di alto livello che arricchiscono ulteriormente il lavoro dell’artista.
Di che cosa parla Dreams?
È un progetto dedicato ad alcuni dei tantissimi sogni che esistono: da quelli premonitori a quelli guaritori, dagli esoterici a quelli di uguaglianza e altro ancora…
Parlando di sogni, teche cosa vuoi celebrare di preciso con questo lavoro?
La dimensione onirica, esoterica, fantastica. L’interazione che avviene tra realtà e fantasia, sogno e realtà, presente e infinito. Parlo del materiale e spirituale espresso attraverso riflessioni che mettono in relazione l’essenza più intima e personale con fatti e realtà condivise da tutti noi.
C’è un sogno che hai fatto che ha caratterizzato in qualche modo la tua musica?
Sicuramente capita di sognare melodie o line up di musicisti particolarmente interessanti: nel sogno tutto è possibile.
Parlami della scrittura del progetto, quanto è durata?
Un attimo e l’infinito: alcuni brani scalpitavano da 10 anni nel cassetto per essere pubblicati in un progetto adeguato, altri sono nati in Scozia, alcuni durante momenti di genuina complicità con i miei musicisti e collaboratori artistici. È sempre la musica a scegliere l’artista, non il contrario.
Come definiresti il sound di questo album?
Onirico.
Il 25/11 sarai live al Teatro Ariston, luogo che hai conosciuto anche esibendoti in gara al festival di Sanremo. Cosa ricordi di quelle esperienze?
È sempre molto speciale per me parteciparvi, ho solo ricordi positivi e divertenti!
Ti piacerebbe tornare?
Sicuramente sì. Trovo che sia l’unica vetrina Italiana che dedica un’attenzione decente alla tradizione canora.
Un brano (non tuo) che ascolti spesso ultimamente?
4’33” di John Cage